La telemedicina abilita la possibilità di utilizzare le leve della comunicazione digitale per accedere ai servizi sanitari da remoto e gestire l’assistenza sanitaria a distanza, mettendo medici e operatori nella condizione di dialogare con propri pazienti attraverso l’utilizzo di un computer, di uno smartphone o di altri dispositivi.
Dei vantaggi che questa opportunità può apportare all’efficacia e alla sostenibilità del sistema salute si parla da almeno vent’anni. Solo di recente, però, l’avvento di nuove tecnologie e soprattutto la maggior disponibilità di connettività ubiqua ne stanno abilitando uno sviluppo finalmente strutturale. Durante la pandemia, inoltre, ne è esploso l’utilizzo nella quotidianità.
Se tra gli obiettivi iniziali della telemedicina c’era quello di rendere più accessibile l’assistenza sanitaria alle persone che vivono in comunità rurali o isolate e facilitare l’accesso ai servizi sanitari a persone con mobilità ridotta, col passare del tempo tempo la sfida si è estesa a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria: facilitando l’accesso a medici specialisti, migliorando la comunicazione e il coordinamento dell’assistenza tra i membri di un team sanitario, supportando il paziente nella gestione delle terapie.
Oggi la telemedicina trova applicazione anche per la diagnosi di problemi sanitari di lieve entità, per lo scambio di informazioni in relazione ai trattamenti domiciliari, per i controlli post-trattamento o per il follow-up nel caso di malattie croniche, per la trasmissione più rapida di prescrizioni farmaceutiche, oppure per garantire un contatto tra medico e assistito quando necessario al di fuori degli orari di ricevimento.
Sostanzialmente possiamo dividere lo sviluppo della telemedicina in quattro ambiti specifici. In primo luogo quello delle visite a distanza. In questo caso il medico ha la possibilità di visitare il proprio paziente utilizzando sistemi o applicazioni di videocomunicazione.
Il secondo ambito è rappresentato dal teleconsulto. In questo caso entrano in gioco anche strumenti di collaboration. I medici si confrontano sulla diagnosi, sulle prescrizioni e sulla cura di un determinato paziente, condividendo tutte le informazioni disponibili sul suo stato e sulle analisi cliniche cui si è sottoposto.
Il terzo ambito è quello della collaborazione da remoto. Parliamo di quei casi nei quali un medico o un’equipe sanitaria offrano supporto a distanza a un altro medico o a un’altra equipe, per esempio in casi di emergenza.
Il quarto ambito è rappresentato dal telemonitoraggio. In questo caso un ruolo primario spetta alle tecnologie IoMT (Internet of Medical Things), ovvero sensori che misurano i parametri vitali del paziente, dispositivi connessi che oltre a registrare i dati li inviano in cloud, rendendoli così disponibili al medico curante.
