Intelligenza artificiale, robotica, Internet of Things, nanotecnologie: la trasformazione digitale consiste nella diffusione di nuovi strumenti e tecnologie caratterizzati da una maggiore velocità di elaborazione dei dati, da costi ridotti e dalla possibilità di essere tra loro connessi.

Questo processo sta coinvolgendo anche il settore salute, dove la situazione di emergenza sanitaria globale che abbiamo dovuto fronteggiare nel corso dell’ultimo anno e mezzo ha contribuito ad accelerare l’ideazione e l’implementazione di nuovi progetti per esempio nell’ambito della Telemedicina

Un’indagine condotta dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, rivela che il lockdown ha portato a un aumento delle sperimentazioni: il 37% delle strutture sanitarie sta utilizzando il Tele-monitoraggio (nel 2019, lo utilizzava il 27%) e il 35% la Tele-visita (nel 2019, il 15%). Non solo: il 78% delle Direzioni strategiche considera la Telemedicina un ambito molto rilevante e il 79% dei CIO stima un aumento del budget dedicato.

Sempre secondo la stessa ricerca, l’accesso da remoto ai servizi sanitari è uno di quegli ambiti sui quali le imprese del settore sanitario, sia pubbliche sia private, investiranno maggiormente per dare seguito a quanto già avviato, seppur faticosamente, proprio durante la pandemia da Covid-19.

Prima dell’emergenza, i servizi digitali più utilizzati dai cittadini erano il ritiro dei documenti (29% di chi ha avuto accesso al servizio), le prenotazioni online di visite o esami (23%) e il pagamento delle prestazioni (15%). Adesso il 60% dei cittadini che hanno utilizzato questi servizi sanitari dichiara di voler continuare ad accedervi anche in futuro. Questo è un dato che deve far riflettere i professionisti del settore e le organizzazioni che operano in campo sanitario. 

E sembra che la digitalizzazione continuerà a incidere positivamente anche nei prossimi anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, stima che entro il 2035 ci sarà un deficit globale di circa 12,9 milioni di professionisti sanitari qualificati, in tutto il mondo, con conseguenze e impatti negativi soprattutto nei paesi a basso reddito. All’interno di questo scenario, la Digital Health rappresenterà una potente risorsa in località remote lontane dalle città metropolitane o cittadine con poche strutture sanitarie. In questi scenari, Telemedicina e accesso da remoto ai servizi sanitari possono rappresentare un grande vantaggio consentendo di attivare rapporto e confronto tra medici e pazienti per far arrivare servizi dove sembra più complesso e difficoltoso che possano svilupparsi.

Oltre a Telemedicina e accesso da remoto ai servizi sanitari, la Digital Health è caratterizzata anche da altri ambiti applicativi di sviluppo. Per esempio la diagnostica. L’accesso ad avanzati sistemi di analisi dei dati, basati anche su tecniche di intelligenza artificiale, permette a ricercatori e medici di accelerare e migliorare le capacità di diagnosi, con risultati migliori sia sul piano della prevenzione sia per ciò che riguarda l’efficacia del percorso terapeutico. 

Infine, le tecnologie digitali rappresentano una leva di cambiamento importante anche dal punto di vista organizzativo e di gestione delle aziende e delle strutture medico-sanitarie. L’analisi dei dati, ancora una volta, è la chiave di volta per migliorare le prestazioni finanziarie delle imprese, per ridurre i costi ma anche, e soprattutto, per migliorare l’efficienza operativa, dalle attività di back-office fino a quelle legate ad una relazione diretta con i cittadini e pazienti (anche attraverso servizi di customer care basati su chatbot ed assistenti virtuali).